Ammetto di aver subìto molti sguardi perplessi mentre, tenendo Sophie per la vita, la facevo cadere a faccia in giù sul prato. Lei aveva ancora 7/8 mesi, avevo la sensazione che di lì a poco sarebbe passata alla posizione eretta, ho pensato che un pensiero gentile potesse essere quello di stimolare in lei l’istinto di mettere in avanti le braccia.
E così…ooooooppète! giù per terra!, la poverina, volente o nolente, ha imparato a cadere ancora prima di camminare.
Perchè, non per fare la cinica o la filosofica, ma credo sia un po’ una metafora di vita: non potrò impedirle di soffrire ma, in quanto tutrice, posso e devo aiutarla ad avere abbastanza forza d’animo da reggere le difficoltà.
Risultato? In tutti i primi anni di precaria e sfrenata attività motoria Sophie non è mai caduta di faccia…alla faccia degli sguardi perplessi… .
