Siamo piene di sensi di colpa, a priori. Talmente a priori che, dicono, nasciamo con il peccato originale e siamo noi quelle della famosa mela del serpente. Mi pare un po’ eccessivo…La morale cattolica -da distinguere nettamente da quella cristiana: una è politica, l’altra è filosofia- nel suo sadismo, ci ha cresciuto con un profondo senso di colpa verso il piacere dei sensi,come se ce li avessero dati solo per metterci alla prova. “Ti do il gioco ma non ci giocare. E se ci giochi non ti deve piacere. E, se ti piace, ti devi almeno sentire in colpa.” Che senso ha?!
Trovo che in realtà il vero peccato sia nel non godere di tutto quello che abbiamo, darlo per scontato, disprezzarlo, dimenticarlo. O auto-frustrarci gratuitamente. E io ho l’impressione, francamente, che spesso usiamo il senso di colpa per limitarci. Non offenderti…ora ti spiego perché.
Lo usiamo come scusa per non sbatterci e renderci felici. “Non mi perdono, QUINDI non me lo merito QUINDI rinuncio al piacere senza neanche provare.”
Siamo molto indulgenti con le nostre debolezze e poco indulgenti con le nostre necessità.
Faccio un esempio. Sono stressata dal mio ritmo di vita, non ho 5 minuti per me. Se mi ritagliassi quella mezz’ora giornaliera di lettura/bagno/passeggiata/ecc., so che starei meglio. Ma sono pigra e non lo faccio. Mi trovo le scuse e sono indulgente verso me stessa e le scuse. La scusa è, generalmente, “Non ne ho così tanto bisogno”. E rimaniamo stressate e contente. L’indulgenza sana è quella che invece di fa dire a te stessa “Piccola me, sono stanca, do il massimo in tutto, mezz’ora di stacco mi fa bene e quindi me la prendo.”
L’uomo lo fa con scioltezza, se lo desidera, lo fa. La donna si sente in colpa già solo nel desiderarlo. Come liberarci da questo circolo vizioso di auto-zavorra?