Piccola AutoBiografia Botanica

Le Radici

Sono nata una quarantina di anni fa a Catania da una famiglia siciliana per 3quarti e 1quarto ungherese. In Sicilia ho respirato, e fatto mio, l’amore per il mare, per il vulcano, per i sapori decisi, gli odori inebrianti e i colori forti. Mi chiamo Rosa Anna Maria Maddalena, senza virgole!, i nomi di nonne e bisnonne. Credo quindi che una digressione sui miei diretti antenati sia d’obbligo.

 

Il Tronco

Il nonno materno era sociologo e, da sempre, a tavola si è parlato di cultura e società come pane quotidiano. Ma il nonno non era solo un grande studioso, era anche appassionato alla vita. Mi svegliava all’alba per fotografare il sorgere del sole sul mare. Coltivava centinaia di piante di rosa profumata e carnosa. Cucinava con una dedizione degna di un grande artista, dando ai piatti, non solo sapore, ma anche bellezza. Ascoltava musica classica a tutto volume e mi faceva sentire nel cuore lo struggimento dei compositori romantici.

La nonna materna era un personaggio. Ungherese, portata da Budapest a Gela, in Sicilia, ancora adolescente dalla madre innamorata di un siciliano, era poi diventata docente di inglese all’università di Catania. La ricordo in fuseaux, rossetto prugna e walk man -quando ancora era una rarità-, impegnata nella stesura di un libro sul linguaggio non verbale dei siciliani e tanto innamorata di mio nonno e della letteratura inglese.

La nonna paterna era sempre accogliente e profumata di rosa, ma dalla tempra d’acciaio. Lei era la nonna siciliana per antonomasia: a tavola, ovviamente, non era mai soddisfatta di quanto avessi mangiato; gli uomini di famiglia erano assolutamente intoccabili; usava aggettivi ormai scomparsi come “garbato”, “aggraziata”, “cortese”; i suoi ricordi della vita da ragazza in un piccolo paese siciliano sull’Etna, sembravano romanzi profumati di borotalco alla violetta e fiori d’arancio. Pur non avendo mai conosciuto mio nonno paterno, la nonna mi ha cresciuto parlando di lui come fosse con noi. Di lui so che era integerrimo nel lavoro, padre di famiglia severo ma sempre presente, grande amico per chi era in difficoltà.

Tutti i miei nonni sono stati importantissimi e li ringrazio.

Papà e mamma mi hanno mostrato e dato tutti i mezzi materiali, emotivi e mentali perché io capissi quanto sia importante esprimere se stessi nel lavoro  e li ho presi alla lettera. Mio fratello è uno degli esempi più concreti che conosca di vita aderente a sé stessi e lo ringrazio per lo sguardo vigile che ha su di me costantemente.

 

I Rami

Sono poi cresciuta a Milano e devo dire che, a parte la scomparsa di colori, odori, mare e vulcano, ho scoperto la libertà di adolescente e universitaria in una città in cui la sete di conoscenza, la voglia di fare e l’apertura mentale sono state sempre nutrite e stimolate. Però, una volta laureata, dopo 1 anno di tangenziale mattina e sera per andare al lavoro, ho capito che lo stress non era per me e l’ho lasciata.

Ho lavorato per 5 anni nel campo dei diritti umani e della cooperazione internazionale sia in Italia che all’estero. Viaggiare, vivendo i posti in cui lavoravo, è stata la mia principale attività e passione per anni.

 

I Frutti

Poi è arrivata mia figlia e sono tornata in Italia. Ho lavorato in pubbliche relazioni, comunicazione, organizzazione di eventi, marketing. Gli incarichi erano gratificanti e stimolanti, ma alla fine litigavo con tutti i capi perché sembra che avere una figlia e avere voglia di vederla almeno la sera, sia una colpa. E ho avviato la mia attività: Play-spazi per bimbi nei luoghi dei grandi, per dare servizi gratuiti ai genitori che cercano di avere una vita sociale normale anche dopo aver avuto un figlio.

Vivo in un piccolo, folle e meraviglioso borgo in Umbria. Lavoro in tutta Italia ma qui ho trovato un nido sano e rilassante, in cui mia figlia vive libera ma protetta, e io godo di tramonti mozzafiato e tempo per parlare con gli amici.

“Godo del TEMPO” credo che sia la vera sintesi di cosa provo qua. Ancora devo smaltire le tachicardie accumulate quando tutto era sempre di corsa e il tempo non bastava mai e la solitudine era insormontabile.

 

I Semi

Scrivo di felicità perché mi piace cercare di essere felice e se le mie idee possono rendere felici altre donne…ne sono felice

Baci

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